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Rosario Mastroleo |
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venerdì, 19 giugno 2009 15:47:07 |
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Josè Borges "LA FINE DI UN EROE" di Valentino Roman
il generale La Marmora consentirà poi che la salma del generale spagnolo venga riesumata dal dott. Bernard, medico dell’ambasciata francese presso lo stato pontificio, e trasferita a Roma dove – nel febbraio del 1862, nella Chiesa del Gesù - vengono celebrate solenni esequie. |
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Rosario Mastroleo |
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venerdì, 19 giugno 2009 15:43:02 |
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Josè Borges "LA FINE DI UN EROE" di Valentino Romano
Borges, circondato, è costretto ad arrendersi, non prima però di aver ottenuto la promessa della salvezza della sua vita e di quella dei suoi. Idealista fino alla fine, si congratula dell’altrui valore dicendo rassegnato al nemico piemontese: >. Da vero ufficiale - porge la sua spada al vincitore (generale Franchini), ma questi la rifiuta, considerandolo solo un brigante. I prigionieri sono portati a Tagliacozzo e - sul far della sera dell’otto - frettolosamente fucilati, dopo essersi rifiutati di fornire notizie e fare i nomi di chi li aveva aiutati. Prima dell’esecuzione della sentenza uno dei condannati (Pedro Martínez) chiede un foglio e scrive, a nome di tutti: >. Ricevono tutti la confessione, si abbracciano, s’inginocchiano ed una scarica di moschetto alle spalle interrompe l’ultima litania spagnola recitata da Borges e da tutti gli altri.
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Rosario Mastroleo |
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venerdì, 19 giugno 2009 15:38:25 |
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I Savoia e il massacro del Sud Tratto dal libro " I Savoia e il massacro del Sud" di Antonio Ciano - Edizione Grandmelò Roma, 1996
Le finanze del Regno delle Due Sicilie nel 1860 costituirono un bottino enorme per i piemontesi ed i mercenari garibaldini al soldo inglese.
Vittorio Gleijeses nella sua Storia di Napoli scrive: "... il tesoro del Regno delle Due Sicilie rinsanguò le finanze del nuovo stato, mentre l'unificazione gravò sensibilmente la situazione dell'Italia meridionale, in quanto il Piemonte e la Toscana erano indebitate sino ai capelli ed il regno sardo era in pieno fallimento. L'ex Regno delle Due Sicilie, quindi, sanò il passivo di centinaia di milioni di lire del debito pubblico della nuova Italia e, per tutta ricompensa, il meridione, oppresso dal severissimo sistema fiscale savoiardo, fu declassato quasi a livello di colonia. Con l'unificazione, a Napoli, aumentarono le imposte e le tasse, mentre i piemontesi videro ridotti i loro imponibili e col denaro rubato al Sud poterono incrementare le loro industrie ed il loro commercio "
Ferdinando Ritter ha scritto che: "... il Regno delle Due Sicilie contribuì alla formazione dell' erario nazionale, dopo l'unificazione d'Italia, nella misura di ben 443 milioni di lire in oro, mentre il Piemonte, la Liguria e la Sardegna ne corrisposero 27, la Lombardia 8,1, il Veneto 12,7, il Ducato di Modena 0,4, Parma e Piacenza 1,2, la Romagna, le Marche e l'Umbria 55,3; la Toscana 84,2; Roma 35,3...".
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Rosario Mastroleo |
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venerdì, 19 giugno 2009 15:36:16 |
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I Savoia e il massacro del Sud Tratto dal libro " I Savoia e il massacro del Sud" di Antonio Ciano - Edizione Grandmelò Roma, 1996
Francesco II, partendo da Gaeta il 14 febbraio 1861, disse al comandante Vincenzo Criscuolo: «Vincenzino, i napoletani non hanno voluto giudicarmi a ragion veduta; io però ho la coscienza di avere fatto sempre il mio dovere, Il Nord non lascerà ai meridionali neppure gli occhi per piangere". |
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Rosario Mastroleo |
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venerdì, 19 giugno 2009 15:33:52 |
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I Savoia e il massacro del Sud Tratto dal libro " I Savoia e il massacro del Sud" di Antonio Ciano - Edizione Grandmelò Roma, 1996
Storia del territorio: Lo stato italiano (leggasi piemontese) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'italia meridionale e le isole uccidendo, crocifiggendo, squartando vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti (Antonio Gramsci)
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Rosario Mastroleo |
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venerdì, 19 giugno 2009 15:25:50 |
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Il 1° febbraio, nei boschi di Lagopesole, due compagnie di bersaglieri e fanti assaltarono i patrioti di Ninco-Nanco e Coppa, uccidendone 11 e catturando una donna. Proprio in quel giorno il turpe Liborio Romano, quale deputato, propose nel parlamento piemontese di vendere tutti i beni demaniali e degli istituti di beneficenza delle Due Sicilie a prezzo minore del valore reale, a rate fino a 26 anni, pagabile con titoli di Stato al 5%.
Antonio Pagano Direttore della rivista Due Sicilie numero 1, anno 2003. |
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Rosario Mastroleo |
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mercoledì, 17 giugno 2009 17:53:15 |
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Diciamo lotta di liberazione per fare ritornare i Borboni |
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