BIOGRAFIA IL DIARIO LE LETTERE GLI ARTICOLI IL TERRITORIO

BIBLIOTECA

I LIBRI

LA STORIA

ARTE/CULTURA

HOMEPAGE

 


Articolo giornalistico dedicato a Don Liborio Romano, raccolto da Giovanni Spano

Titolo: Don Liborio Romano e il Risorgimento

All'Unità d'Italia il contributo di un salentino che evitò una guerra civile. DON LIBORIO ROMANO E IL RISORGIMENTO L'Associazione "don Liborio Romano" di Patù in collaborazione con l'Amministrazione Comunale e con i patrocini di Regione Puglia e Provincia di Lecce, ha organizzato il convegno di studi sulla figura di Liborio Romano, Ministro dell'Interno del Regno delle due Sicilie nel 1860, padre dell'unità italiana perchè evitò una guerra civile al momento dell'unificazione delle due metà della penisola. La ricostruzione della sua carriera politica e della sua vita privata saranno al centro degli interventi di studiosi provenienti da tutta la Puglia, che hanno curato ricerche e fornito contributi per la rivalutazione di questo personaggio storico, figura di spicco del Risorgimento italiano insieme a Cavour e Garibaldi. Chi era Liborio Romano? Nato nel 1793 a Patù, nell'estrema periferia del Regno delle Due Sicilie, dopo gli studi leccesi si laurea a Napoli in giurisprudenza e diventa uno dei più importanti avvocati della capitale. Imprigionato sotto Ferdinando II per le sue idee liberali, nel 1860 viene chiamato da Francesco II a reggere la sovrintendenza di polizia per reprimere i moti popolari. Lo stesso anno diventa Ministro dell'Interno e l'8 settembre consente al generale Giuseppe Garibaldi, accampato a Salerno, di entrare a Napoli e unificare le due metà della penisola senza spargimento di sangue, convincendo il re borbonico a ritirarsi a Gaeta. Nel marzo 1861, quando viene eletto il primo parlamento nazionale con sede a Torino, "don Libò" (come lo chiamava affettuosamente il popolo, che lo considerava un eroe) è il deputato più suffragato d'Italia vincendo in otto collegi. Gli ultimi anni li trascorre nella sua terra natale dove muore nel 1867, facendosi seppellire nella tomba di famiglia sita in piazza Indipendenza. Tra le testimonianze relative allo statista conservate a Patù si conta il palazzo di famiglia. L'edificio è sito in piazza Indipendenza ed è destinato a sede del museo archeologico cittadino per custodire i reperti della vicina città messapica di Vereto, oltre che a contenitore permanente dei cimeli di don Liborio, tra cui il suo scrittoio, la medaglia che ricevette nel 1861 dal primo ministro Camillo Benso conte di Cavour, alcune lettere originali e una collezione di volumi. Di fronte alla dimora signorile sorge la cappella Romano, dove riposano le spoglie del Ministro, mentre tra le campagne di Patù, in contrada "San Nicola", resta intatta la masseria in cui il padre del Risorgimento Italiano era solito trascorrere i periodi di tranquillità e dove scrisse le sue memorie. L'associazione omonima, cointitolata al compianto storico Antonio Michele Ferraro, da anni si occupa di promuovere la figura e le gesta del personaggio.

Articolo letto 2003 volte

Autore: Convegno di studi Patù

Data di pubblicazione: 06/12/2010

Testata: Città futura Maglie

 
 
Homepage
Libro degli ospiti | Contattaci | Template       
Area riservata