Lettere al direttore Lino Patruno -
In occasione delle celebrazioni garibaldine, ho letto, tra l'altro, un breve sunto della vita di Liborio Romano, il ministro degli Interni del regno di Napoli che consegnò la capitale del regno nelle mani di Garibaldi. Si ritirò a vita privata nella sua Patù (Lecce), dopo essere stato eletto nel primo parlamento italiano, sfiduciato e stanco, lamentando l'incomprensione del potere centrale nei confronti del Mezzogiorno.
Quindi sin dal 1861 il potere politico ed economico italiano prendeva sottogamba la questione meridionale. Dopo circa 150 anni nulla è cambiato. La questione meridionale esiste sempre e peggiora invece di migliorare (i meridionali sono tornati ad emigrare). Invece assistiamo ad una specie di "frenesia" da parte di tutti (anche di politici e mass media meridionali) nel portare in primo piano la questione settentrionale. Specie dopo le ultime elezioni in cui, sembra, l'avanzamento della destra al Nord è stato interpretato come la risposta dei settentrionali allo scontento verso l'attuale governo, secondo loro non troppo attento alle problematiche nordiste.
Se il governo prova a dare un centesimo in più al Sud ecco che insorge la Lega Nord a gridare al furto ed allo scandalo. Lo scandalo è il furto perpetrato da sempre in modo continuo ai danni del Sud coi soldi finanziati formalmente per il Meridione d'Italia, in pratica, intascati dagli imprenditori piccoli e grandi del Nord Italia che, bisogna ammetterlo, hanno molta più intraprendenza e furbizia di quelli del Sud.
Secondo me non esiste alcuna questione settentrionale ed anche i nostri uomini politici debbono convincersene. A meno che la "questione settentrionale" sia avere poca disoccupazione, una economia molto sviluppata, ricchezza, benessere, infrastrutture più sviluppate rispetto al Sud, migliori servizi pubblici, ecc. E' proprio vero quel modo di dire popolare: "Il sazio non crede al digiuno".
Se il potere politico-economico nazionale deve pensare sempre e solo al Nord perchè è quello più potente, è quello che grida di più, che conta di più, allora ben venga una "gestione autonoma" del Sud Italia dal resto del Paese perchè solo così camminando con le nostre gambe ed in piena ed assoluta autonomia forse riusciamo a sollevarci pienamente senza essere sempre succubi di un Nord che usa la prepotenza dei forti.
Armando Di Palma - Trani (Bari)
Risposta del direttore (Lino Patruno)
L'autonomia del Sud (e del Nord) è proprio ciò che il Nord vuole dopo avere tanto beneficiato dei fondi che avrebbero dovuto andare al Sud. Fare più da se è un discorso (e una sfida che ci serve), pensare solo a se e tornare a dividere l'Italia, è un altro (inaccettabile) discorso.
da La Gazzetta del Mezzogiorno
del 8 agosto 2007
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